Ciao a tutti. Rivolgo la mia richiesta ad esperti e appassionati di filosofia armati di tantissima pazienza e gentilezza.
Da appassionato sto leggendo STORIA DELLA FILOSOFIA OCCIDENTALE di BERTRAND RUSSELL, e nel capitolo dedicato a HUME ho alcuni problemi di comprensione.
Vi espongo quale riportandovi il testo che non capisco.
Pag. 634 (terzo capoverso).
Russell scrive, dopo aver distinto secondo il suo pensiero "impressione" e "idee":
C'è un brano nel libro "Il trattato sulla natura umana" di Hume dedicato alle <idee astratte> che inizia con un paragrafo che aderisce alle teorie di Berkeley che "tutte le idee generali non sono altro che idee particolari, legate a un certo termine che dà loro significato più estensivo, e fa sì ch'esse richiamino alla mente in determinate occasioni altre singole cosa simili ad esse". Afferma che, quando abbiamo una certa idea di un uomo, questa possiede quelle particolarità che ha in sé l'impressione che si riceve di quell'uomo. "Lo spirito non può formarsi alcuna nozione di qualità o quantità senza formarsi una nozione precisa del grado di ciascuna di esse". "Le idee astratte sono, in se stesse, idee individuali, però possono diventare generali allorché vengono rappresentate". Questa, teoria che è una forma moderna di nominalismo, ha due difetti, uno logico, l'altro psicologico. Per cominciare l'obiezione logica: "Quando abbiamo trovato una rassomiglianza tra parecchi oggetti" dice Hume "applichiamo a tutti lo stesso nome". Ogni nominalista approverebbe. Ma in realtà un nome comune, come "gatto" è altrettanto irreale del gatto universale. La soluzione nominalista del problema degli universali cade, così, per il fatto di non essere sufficientemente drastica nell'applicazione dei proprio stessi principi; erroneamente applica questi principi soltanto alle "cose" e non anche alle parole.
Bene, ecco i miei dubbi:
1. cosa intende Hume per "rappresentate" nel passo che riporta Russell: "Le idee astratte sono, in se stesse, idee individuali, però possono diventare generali allorché vengono rappresentate"
2. cosa intende Russell, (passo per passo per piacere) quando in chiusura dice:
“in realtà un nome comune, come "gatto" è altrettanto irreale del gatto universale. La soluzione nominalista del problema degli universali cade, così, per il fatto di non essere sufficientemente drastica nell'applicazione dei proprio stessi principi; erroneamente applica questi principi soltanto alle "cose" e non anche alle parole””.
Spero di essere stato chiaro. E spero che qualcuno abbia tanta pazienza. Grazie