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 Fra i diritti umani c'è la libertà di fede

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MessaggioTitolo: Fra i diritti umani c'è la libertà di fede   Fra i diritti umani c'è la libertà di fede Icon_minitimeSab Lug 05, 2008 5:20 pm

O almeno dovrebbe. In effetti un richiamo c’è nella “Dichiarazione universale dei diritti umani” promulgata nel 1948 a Parigi per iniziativa dell’ONU, anche se non sembra che ivi assuma quell’importanza che forse oggi gli verrebbe data, visto il riaccendersi di persecuzioni e santificazioni a livello globale. Certo un approfondimento di questo punto, cioè del diritto ad avere una religione (con tutto quello che questo comporta a livello di culto e comportamenti) non credo abbia impegnato più di tanto gli estensori della Dichiarazione, che probabilmente in quel felice momento che veniva dopo una terribile guerra non prevedevano che problemi come questi avrebbero potuto avere quell’importanza che oggi tutti viviamo; anzi un accenno un po’ più approfondito avrebbe potuto scontrarsi con le affermazioni delle gerarchie delle chiese, ognuna convinta di rappresentare la sola religione vera.
Non so se per forza d’abitudine o per spirito missionario, ma sembra che sia questa la pretesa, nutrita certamente in buona fede, di imporre al mondo un’unica verità; fatto sta che anche oggi la situazione non è variata: vediamo che la fede è in possesso di un certo numero di religioni provviste di strutture, maestri e potere politico ed economico, e che è difficile che il bisogno di Dio – che certamente esiste – si possa manifestare senza di esse. Eppure è proprio questo il punto dolente, ed è questo che contribuisce a spingere lo slancio della fede in un vicolo cieco, facendo dilagare quello che fino a poco tempo fa si chiamava secolarizzazione e che ora si preferisce chiamare relativismo.
Ma credo che proprio identificare la fede con le religioni sia ciò che le mette in crisi…..tanto che sembrerebbe perfino più giusto, per difendere la libertà e la sincerità dell’uomo, un ritorno alle epoche arcaiche se non primitive, quando cioè si inventavano demoni e dei, e conversioni di popoli interi si attuavano senza troppi disagi… Poi è venuta una specie di sacro furore e si sono attrezzate falangi di ortodossi, moralisti, inquisitori - religiosi più religiosi degli altri - pronti ad evangelizzare ma anche a punire, scatenando guerre di religione, che se da noi sembrano momentaneamente assopite, in altri luoghi del mondo sono tristemente risorte. E allora perché insistere con le “grandi religioni”? Perché non lasciare liberi gli uomini di tornare a quella selvatica-idillica libertà, cioè alla possibilità di crearsi la cosa in cui credere? Si dirà che in certi paesi questo già avviene – che ci sono sprazzi di fede suscitati da chi parla in televisione o in un blog internet, magari guadagnandosi sovvenzioni cospicue… Ma queste sono religioni? No, io avrei auspicato un’intesa universale che proclamasse a chiare lettere il diritto di fede, compreso quello di fabbricarsi un credo, come nelle antiche ere, in piena libertà di pensiero e parola… Chi sa, forse sparirebbero in tal modo le chiese, ma rimarrebbe la fede – cioè la fede in qualcosa di irrapresentabile e indescrivibile ma tanto più prossimo a chi cerca un aiuto nel momento del dubbio o della disperazione: quel Dio privo di qualità che – paragonato a quello ecclesiale – può sembrare tanto più vago, anche se forse è proprio lui l’assoluto.
(Uno scherzo, naturalmente, visto che la Dichiarazione è rimasta quella che è, e noi dobbiamo arrangiarci destreggiandoci fra ciò che ci viene imposto di credere e ciò che crediamo veramente, assumendoci la responsabilità di decidere se vogliamo essere santi o relativisti).
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MessaggioTitolo: Re: Fra i diritti umani c'è la libertà di fede   Fra i diritti umani c'è la libertà di fede Icon_minitimeGio Lug 10, 2008 8:12 am

Non vorrei che l’argomento che ho mandato in onda col titolo “Fra i diritti umani c’è la libertà di fede” abbia suscitato qualche perplessità, perché sembra auspicare un moltiplicarsi illimitato delle religioni. Ci sarà infatti chi pensa – e sarà probabilmente un ateo: “ma non ce ne sono fin troppe, con tutti gli inconvenienti per non dire i disastri che causano?” mentre un credente potrà invece pensare: “ma non basta che ci sia una sola religione, la mia?” E allora…sì, faccio marcia indietro, lasciamo le religioni che ci sono e non inventiamone altre.
Però, però una ragione c’era in quello che ho detto, perché una proliferazione di religioni, la possibilità che chiunque abbia il diritto di parlare di Dio e annunciare il proprio vangelo magari in un talk-show o in un social forum, mi pare potrebbe giovare a spegnere quel fervore eccessivo che accompagna ed ha sempre accompagnato la fede religiosa, spingendo il credente non solo ad affermare senza ambagi la verità di quello in cui crede, ma ad agire in conseguenza, cioè ad agire come gli viene ordinato da Dio, con le conseguenze che noi abbiamo visto nella storia trascorsa e che vediamo ripetersi anche oggi a poca distanza da noi. “Se Dio non esiste tutto è possibile” dice Dimitri Karamazov, ma altri potrebbe dire “Se Dio esiste tutto è possibile”: ossia ogni bene e ogni male, ogni amore e ogni pazzia e nefandezza….E allora, direte, più religioni ci sono e più c'è caso di udire risuonare l’urlo “E’ Dio che lo vuole!”, con la certezza che i politici si affretteranno a sfruttarlo ….mentre, chi sa, forse se invece di uno sparuto numero di religioni ce ne fossero tante di più, perfino una per ognuno dei nove miliardi di abitanti del pianeta terra, ebbene perfino i politici non saprebbero come distinguere chi può servire alla causa e chi può tradirla….Sì, distinguere un credente dall’altro sarebbe come cercare un ago in un pagliaio.
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